Apagones

Qui come del resto a Cuba e a Porto Rico (i Paesi vicini che ho avuto modo di visitare) i cavi della luce e del telefono sono volanti, e spesso per strada devi scansare fili appesi e staccati, che non promettono niente di buono.
I grovigli sono pazzeschi, e non invidio i tecnici che ogni tanto si devono arrampicare per aggiustare un trasformatore o rimediare a un accrocchio.
Credo che la foto (scattata nella strada di casa mia) renda l’idea.
Non mi chiedete cosa sono quei bidoni perché sto ancora cercando di scoprirlo.
Il perché di questa confusione non è molto chiaro. Ognuno ha una sua teoria, spesso articolata e fantasiosa (se non leggendaria), mai concordante, e non di rado si aprono dibattiti sul perché e sul percome – e devo dire che quando uno ha tempo e pazienza è anche gradevole assistere e perché no partecipare al dibattito, anche se non ne capisci un cacchio, tanto non ne capisce un cacchio nessuno.
Frequenti sono gli apagones, ossia i blackout.
A volte per malfunzionamenti, altre volte programmati e costanti. Che ne so, tutti i giorni, in una determinata zona, dalla ora X alla ora Y.
Sul perché capitano ci sono varie scuole filosofiche, gnoseologiche ed epistemologiche.
Secondo alcuni l’energia prodotta è addirittura superiore al fabbisogno, però siccome in alcuni quartieri molti non pagano la bolletta o hanno allacci abusivi, si decide di staccare la luce a titolo educativo.

Gli apagones capitano anche qui nella Zona Colonial, e se uno non ha il generatore – inversor o planta, a seconda delle finanze – tocca stare ore senza luce, ventilatori, aria condizionata, internet, radio, tv, e colla roba nel freezer che comincia a scongelare.
Se è notte e fa caldo – e fa caldo abbastanza spesso, inutile dirlo – e arriva improvvisamente l’apagón, il tuo letto diventa praticamente un sudario, e hai voglia a spalancare finestre e balconi, serve a niente.
Ma non solo la notte: quando l’apagón arriva di giorno, non funziona per esempio il salón, il parrucchiere, e allora la chica con la quale avevi appuntamento ti darà buca.
Perché se non può arreglar el pelo – sistemare il capello, attività che richiede tra le tre e le otto ore, comprendendo anche le extensiones, il trucco e le uñas acrílicas (v. foto) – non si sentirà abbastanza bella, e allora dieci a uno che non verrà.

6 Risposte

  1. La curiosità è femmina e dato che a me le femmine piacciono voglio soddisfare un suo capriccio. Pur assicurando la puntuale consultazione del blog, ella si domandava se prima dell'arrivo dei cavalieri dell'apocalisse fosse possibile anticipare il suo pensiero su questo argomento: 10 motivi per trasferirsi a Santo Domingo e 10 ragioni per desistere dal farlo.Grazie caro.

  2. Ma le dominicane (o come si chiamano) poi con quelle mani…..così agghindate…..mè …..che ci siamo capiti…..

  3. Considerando le uñas, forse non è del tutto negativo che non si presenti.

  4. eh si, a ciunn' è bell', anche se emana un odore falotico.Ti abbraccio.

  5. Gioacchì, ci lavorerò.Per il momento posso fare 5 per restare e 5 per andare.
    Se iddio vuole e resto qua, integriamo le tavole della legge sulla base dell'esperienza.

  6. Ciao Francesco,i bidoni sono trasformatori, da qualque migliaio di volt a 110.E' divertente vederli esplodere quando ci sono gli uragani, fanno un botto enorme…

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